Esiste la Sindrome di Natale?
La maggior parte degli Italiani vive il Natale con stress, stanchezza e nervosismo, e solo una minima parte vive il Natale con sentimento, emozione e gioia. Il Natale è spesso fonte di disturbi come quelli fisici, mal di testa, disturbi gastrointestinali e stati di ansia, una vera e propria “Sindrome Natalizia” . Il Natale, così come lo viviamo oggi, produce un alterazione degli abituali ritmi di vita, delle nostre routine e ci espone a situazioni inusuali. Senza considerare poi che questo particolare periodo dell’anno ci mette di fronte ad aspetti irrisolti delle nostre relazioni con familiari, parenti e amici, che potrebbero generare ansia e tensioni.
Anche l’ossessione dei regali, dei cenoni e degli altri obblighi familiari ha reso questa festa “un’occasione” per accumulare altro stress.
Ma perché proprio quando il mondo grida alla felicità universale ci si sente come sotto uno schiacciasassi? Spesso è colpa del carico di obblighi, doveri e impegni cui si è tenuti: essere sempre presenti e sorridenti comporta un notevole stress.
Anche il cambiamento della routine, tra corse nei negozi in pausa pranzo e cene senza fine, può essere determinante, così come il pensiero che si sta spendendo troppo rispetto ai calcoli fatti a inizio del mese. E in questi tempi di crisi…
È normale avvertire una certa insofferenza quando si è costretti a passare ore a tavola con tante persone che per il resto dell’anno magari dimenticate di conoscere, è poco piacevole se questo stato d’animo vi rende insopportabili agli occhi di tutti.
Il risultato? Un pesante stress relazionale, che ci fa attendere l’arrivo del nuovo anno come una sorta di liberazione, non dall’anno vecchio, ma dalle feste.
Per salvarci dalla minaccia dello stress di Natale, occorre cambiare le nostre aspettative e, di conseguenza, i nostri comportamenti. Spezzare le abitudini e fare ciò che si sente davvero.
Beh, allora bisogna fare un po’ di autocritica e rivedere il proprio ruolo sociale ed adottare un atteggiamento flessibile: stare con i propri parenti, ma per meno tempo, badando alla qualità e cercando ciò che di buono si può trovare in ogni persona.
E se il regalo esprime affetto, che senso ha farlo per dovere? Al bando i sensi di colpa: decidiamo di fare regali a chi davvero desideriamo farne. Perché l’importante è far sentire la propria vicinanza affettiva, non stupire con effetti speciali.
Non fatevi una colpa per il vostro stato d’animo e non date troppa importanza alla vostra inquietudine. Non siete malati e non state cadendo in depressione cronica: è solo un momento, e passerà.
Minimizzate le aspettative e pensate al Natale come a una festa normale e non come una scadenza in cui si è tenuti a essere felici a ogni costo.
Saltate almeno un appuntamento obbligatorio tra auguri e brindisi, la vostra salute mentale ve ne sarà grata, ed evitate di vedere delle persone che non vi sono simpatiche. I cenoni costringono a una forzata socialità e non c’è niente di più stressante che dover sorridere e festeggiare con qualcuno con cui non si ha nulla da dire.
Dott.ssa Daniela Madeddu
Psicologa e Psicoterapeuta
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